“Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.” (Voltaire)
Sì vero, Christiania è il vecchio nome della capitale norvegese Oslo (dal 1624 al 1925). Ma oggi non parleremo di questo. Ci siamo abituati a parlare di piccole zone autonome più o meno riconosciute, di città stato, di luoghi che per la propria conformazione morfologica hanno mantenuto una certa autonomia e indipendenza dal resto del mondo.
Esistono inoltre luoghi e zone in cui persone hanno proclamato la propria indipendenza e autonomia, come abbiamo potuto osservare nel nostro articolo sulla Repubblica di Cospaia e anche più recentemente nell’interessante film “l’isola delle rose”.
Oggi andiamo a conoscere un territorio danese, all’interno della capitale Copenaghen. Ebbene forse alcuni stenteranno a crederci ma qui esiste da oltre 50 anni una zona franca, autonoma e indipendente, chiamata Christiania.
La definizione precisa è “Città libera di Christiania”, in danese Fristaden Christiania, e con questo nome definiamo un quartiere parzialmente autogovernato della città danese che ha conseguito uno status semi-legale come comunità indipendente.
Christiania si trova nel centrale distretto di Christianshavn, uno dei quindici in cui si divide Copenaghen.
L’ingresso principale di Christiania si trova in Pusher Street e il suo territorio si trova lungo un canale che dà verso il porto cittadino e dispone, sul corso d’acqua, di tre bastioni: il Vilhelms Bastion, il Sofie Hedevigs Bastion e l’Ulriks Bastion.
Vicino a quest’ultimo baluardo si trova l’isolotto di Kanino, possedimento christianita. La parte meridionale, al di là del canale è una striscia di terra separata dal resto della città da un altro rio.
Questo quartiere è accessibile solo attraverso due ingressi principali, e non è permessa l’entrata degli autoveicoli.
La sua storia ci narra della fondazione avvenuta nel 1971 da un gruppo di hippy che occupò una vecchia base navale dismessa alla periferia della capitale e costituita da edifici militari abbandonati.
Una delle persone più influenti all’interno della comunità di Christiania era Jacob Ludvigsen, editore del giornale anarchico Hovedbladete, che ufficializzò la proclamazione della Città Libera.
Per anni lo status legale della zona è rimasto in bilico con il governo danese che tentò più volte senza successo di espellere gli occupanti. I residenti del borgo riuscirono a raggiungere un accordo con il governo danese per il riconoscimento di Christiania come suolo autogestito.
Il governo della città libera si è basato per decenni sul principio dell’autodeterminazione e della proprietà collettiva.
Al suo interno, famosi sono i negozietti d’artigianato, la centralissima pusher street e i servizi per i cittadini, tutti totalmente autogestiti. Il villaggio danese è conosciuto anche per i suoi edifici colorati, per il divieto di circolazione per le automobili e per la mancanza di forze dell’ordine. Esperimento sociale unico al mondo e attrazione turistica, utopia vivente basata sui principi del rispetto e del libero arbitrio, ovvero sull’ideologia dell’anarco-pacifismo.
Il futuro di Christiania rimane incerto, in quanto il governo danese continua a premere per la sua rimozione e con gli abitanti contrattaccano con l’umorismo o la perseveranza.
L’ultimo compromesso nel 2011 con il Governo che, a 40 anni dalla fondazione della città libera, ha proposto ai circa mille abitanti il diritto di usufrutto sul quartiere occupato a condizione dell’acquisto dello stesso per circa dieci milioni di euro.
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