Curitiba, la città più sostenibile si trova in Brasile.

Curitiba
Curitiba

Forse il nome di Jaime Lerner non è molto conosciuto ai non addetti ai lavori. Eppure la morte avvenuta il 27 maggio scorso nella sua città natale ha riportato alla luce il percorso dell’architetto brasiliano e della sua Curitiba, città di due milioni di abitanti divenuta la città sostenibile per antonomasia.

La città capitale dello stato di Paranà è un caso studiato ormai da decenni per essere considerata un riferimento di sostenibilità dal 1990, anno in cui ricevette il premio Onu per il migliore programma di riciclo dei rifiuti e il “Globe Sustainable City Award” in Svezia nel 2010.

Un percorso che parte da lontano, quanto nel 1972 Lerner sviluppò nella sua città il primo intervento con la trasformazione della centrale Rua Quinze de Novembro in una strada pedonalizzata. Viene ricordata come la “prima isola pedonale del mondo”, con un viale immerso nel verde, dove le famiglie potevano camminare in mezzo ai fiori e utilizzare panchine come nei parchi.

Questo primo lavoro ha portato un notevole consenso intorno alla figura dell’architetto brasiliano, così da permettergli di portare avanti il suo progetto visionario per Curitiba.

Nei tre mandati in cui è stato sindaco della capitale del Paranà ha rivoluzionato il modo di concepire l’urbanistica cittadina.

Tutto nacque dal contrasto di Lerner all’idea dell’amministrazione locale che aveva osservato la crescita e il successo ottenuto dalla costruzione di Brasilia, sviluppatasi in soli quattro anni grazie ai maestosi progetti di Oscar Niemeyer e Lucio Costa. Se Brasilia era diventata il simbolo della pianificazione moderna, mettendo al centro una visione razionale e funzionale, Curitiba doveva trovare un suo percorso personale.

Lerner, mettendosi a capo di un movimento cittadino riuscì a contrastare la visione “filo-Brasilia” dell’amministrazione presente e decise di realizzare un progetto “cittadino-centrico”. La sua visione venne condivisa dagli abitanti di Curitiba che lo appoggiarono non solo nel suo progetto ma lo vollero come Sindaco per ben due mandati negli anni 70 e ancora a fine anni 80, per poi diventare governatore del Paranà negli anni 90.

In questi tre decenni è riuscito a trasformare una cittadina considerata “di passaggio” tra San Paolo e Porto Alegre nella capitale green di tutto il sud America. Il report “Green City Index” di Siemens nel 2015, con 52 mq di verde per abitante Curitiba è la “capitale green” del sud America. Pensiamo che la media consigliata dall’OMS è di 16 mq e quella di Buenos Aires è ferma a 2 mq per cittadino.

Riduzione del traffico, diminuzione dell’inquinamento atmosferico, forte incentivo al trasporto pubblico e alla circolazione di biciclette con 150 km di piste ciclabili. Avere creato corsie dedicate al trasporto pubblico e la razionalizzazione della gestione del traffico in entrata e in uscita ha portato all’utilizzo incrementale del primo a discapito del secondo.

Sistema di scambi rapidi tra treni e autobus con il sistema di fermata a tubo, sistema di pagamento dei biglietti non legato al conducente del mezzo. Tutto questo ha portato l’85% degli abitanti di Curitiba a preferire i mezzi pubblici rispetto a quelli privati, con il modello di trasporti locale esportato nel mondo come modello innovativo per gestire la mobilità nelle grandi città.

Ma il fiore all’occhiello del “sistema Curitiba” è aver restituito il verde ai cittadini. La riprogettazione delle aree green, iniziata negli anni 80, ha permesso di ottenere parchi recuperando ad esempio zone paludose.

Tra questi i più famosi sono il Giardino Botanico, il Bosco Tedesco e Barreirinha, forse il più rigoglioso della città. Un vero e proprio sistema di economia circolare permette di tenere ben gestiti i prati erbosi, con pecore che brucano l’erba in eccesso e producono lana che viene poi venduta per il finanziamento dello sviluppo in chiave “green”.

Il “sistema Curitiba”, tramite la responsabilizzazione dei cittadini ha permesso di ampliare anche il verde privato, incoraggiando i propri abitanti  a piantare alberi e a sostituire ogni volta quelli piantati con almeno due nuovi elementi. E ancora due programmi di gestione del riciclo con la città che è arrivata in poco tempo al 70% dei riciclo dei rifiuti, con picchi del 90% per gli abitanti sempre nell’ottica delle 3R (ridurre, riusare, riciclare).

Il mantra di Curitiba è “il rifiuto che non è rifiuto” con gli abitanti che sono attori principali di questo percorso a favore dell’ambiente. Con il progetto “cambio Lixio” i cittadini posso scambiare quattro chili di rifiuti con un chilo di frutta o verdura che l’amministrazione acquista dai contadini, oppure con servizi come biglietti del bus o per eventi culturali.

L’ultimo stadio del riciclo tocca la questione sociale, con i vecchi autobus trasformati in centro culturale nelle favelas o in sale di lettura per i bambini dei quartieri più disagiati. Il “sistema Curitiba” va avanti sottolineando il motto “ordem e progresso” scritto sulla bandiera brasiliana, cercando le condizioni di miglioramento continuo sociale, morale e culturale dei propri cittadini.