“Cintura nera di come si schiva la vita”: eremiti vecchi e nuovi dagli stiliti ai ragazzi Hikikomori.

Zero_Calcare
Zero_Calcare

“La forza dell’eremita si misura non da quanto lontano è andato a stare, ma dalla poca distanza che gli basta per staccarsi dalla città, senza mai perderla di vista.” (Italo Calvino)

“Non esiste nessuno a cui piaccia la solitudine. È solo che odio le delusioni.” (Haruki Murakami, Norwegian Wood)

“Sei cintura nera di come si schiva la vita.” (Armadillo di Zero Calcare, “Strappare lungo i bordi”)

 

In passato l’eremita era esclusivamente colui che, per vivere, sceglieva un luogo isolato, remoto, lontano dal contesto sociale di appartenenza.

Il luogo risulta in tal senso fondamentale per definire l’eremitismo.

San Paolo l'eremita del Guercino
San Paolo l’eremita del Guercino

Le ragioni principali che potevano portare a questa scelta erano di natura spirituale o religiosa.

Nato in Oriente, l’eremitismo e la scelta della solitudine sono alla base delle religioni orientali come l’Induismo, il Taoismo ed il Buddismo.

L’anacoreta (termine greco che significa “partire per la regione al di fuori della città”) era in particolare l’eremita dedito alla contemplazione e alle pratiche ascetiche.

Un’altra tipologia particolare di eremita era lo stilita. I monaci stiliti erano dei monaci cristiani anacoreti vissuti a partire dal quinto secolo nel vicino Oriente.

Daniele_lo_stilita
Daniele_lo_stilita

Lo stilita trascorreva la propria vita di preghiera e penitenza su una piattaforma posta in cima a una colonna, rimanendoci per molti anni, spesso sino alla morte. Questa pratica voleva essere anche una testimonianza, una pubblica dimostrazione di fede.

Lo stilita, con la sua posizione “onnisciente”, voleva simboleggiare sé stesso come monito “vivente” per chiunque conoscesse o vedesse la sua condizione di vita.

Pratica adottata in Siria e nei dintorni di Antiochia, troviamo testimonianze nella Chiesa greca e nei territori della Russia fino al XV secolo.

Lo stilita era assistito dai suoi confratelli che, una volta al giorno, provvedevano a rifornirlo di cibo, sempre molto frugale, e di acqua.

Oggi esistono altre forme di eremitismo all’interno della società.

Un esempio molto significativo riguarda il fenomeno giapponese definito “Hikikomori”.

hikikomori_interno
hikikomori_interno

Un hikikomori (in giapponese letteralmente “stare in disparte”, “staccarsi “; dalle parole hiku “spingere” e komoru “fuggire”) è una persona che ha scelto di scappare fisicamente dalla vita sociale, cercando livelli importanti di isolamento e confinamento che può essere anche esclusivamente casalingo o, per quanto riguarda i giovani, nella propria camera.

hikikomori_caos_casa
hikikomori_caos_casa

Tali scelte sono causate da fattori personali e sociali di varia natura. Tra questi la grande pressione della società giapponese verso l’autorealizzazione e il successo personale, cui l’individuo viene sottoposto fin dall’adolescenza. Il termine hikikomori si riferisce sia al fenomeno sociale in generale, sia a coloro che appartengono a questo gruppo sociale.

La figura dello hikikomori è spesso utilizzata negli anime e nei manga e per certi versi può essere vista come uno stereotipo dei cartoni animati giapponesi, con un numero sempre maggiore di opere che vede affidare a loro il ruolo di “eroe”, palesando una crescente accettazione e persino un miglioramento dell’immagine di questo modello psicosociale.

Anche nei personaggi principali dei libri di Haruki Murakami si può riconoscere la tendenza ad isolarsi e un forte sentimento di inadeguatezza verso la società, riscontrando la nascita del modello nella cultura suburbana giapponese.

Il fenomeno, già presente in Giappone dalla seconda metà degli anni ottanta, ha incominciato a diffondersi negli anni duemila anche negli Stati Uniti e in Europa.

Riconosciamo alcuni tratti di questa sindrome nell’indagine psicologica di Zero Calcare verso i suoi personaggi.

Una solitudine interiorizzata per comprendere cosa in realtà ci appartiene veramente della nostra società e che cosa accettiamo di essa.

“Sei cintura nera di come si schiva la vita” dice l’Armadillo, la coscienza di Zero Calcare.

In un mondo dove, i giovani italiani e giapponesi forse soffrono la stessa inadeguatezza verso una società in cui non si riconoscono, i protagonisti della serie “Strappare lungo i bordi” hanno difficoltà a crescere ma cercano calore umano.

Un “eremitismo dei sentimenti” che cerca di uscire da questa situazione di stallo.

A questo punto Secco direbbe “S’annamo a pija er gelato?”

secco
secco