“Non sei fregato veramente finché hai una buona storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla.”
(Alessandro Baricco, Novecento)
La “Biblioteca Vivente” è un metodo innovativo per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi e favorire la comprensione reciproca. Nata in Danimarca negli anni Ottanta, è riconosciuta dal Consiglio d’Europa come buona prassi per il dialogo interculturale e come strumento di promozione dei diritti umani. Consente di affrontare gli stereotipi e sfidare i pregiudizi più comuni in modo positivo e costruttivo. Da qui nasce il progetto della Stadsbibliotetek di Malmö, un progetto che vuole perseguire in maniera efficace un obiettivo cruciale per le biblioteche contemporanee: quello di diventare luoghi sociali di scambio e di costruzione condivisa della conoscenza, spazi per la gente invece che spazi per i materiali. Con il progetto living library l’attenzione mediatica verso la biblioteca svedese è stata notevole e molte altre sono state le iniziative per favorire l’integrazione culturale oltre a questa. Quando andiamo ad interpellare una persona, un “libro vivente”, si è stimolati e trascinati nella storia. Certo i libri di carta sono più gentili, pacifici, per lo più inoffensivi; un libro vivente invece rischia di scuoterti. E come sappiamo la maggior parte delle persone non amano ricevere scossoni. Questo però è il grande messaggio, comunicare con solo con le lettere, con le parole scritte in nero su una pagina bianca. L’empatia, l’emozione, la forza espressiva di un volto rispondono ad una esigenza di comunicazione più importante che alcune storie richiedono. Shoa, immigrazione, diversità culturale, politica, sociale e sessuale. Tutto questo può essere raccontato nella Stadsbibliotek di Malmö. Persone disposte ad incontrare un pubblico perché loro stessi esponenti di particolari categorie sociali verso le quali si nutrono spesso pregiudizi: omosessuali, donne musulmane, punk, skinheads, trasgender, animalisti, vegani e via dicendo. Una varietà di persone che sfida i pregiudizi raccontando storie, a volte raccontando sé stessi. Un progetto di integrazione importante che vuole rappresentare tutte le difficoltà che vengo vissute oggi in Europa in un’epoca di forte immigrazione. |
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