Per il quarto appuntamento con “le parole di Latitudini” cerchiamo di comprendere meglio il significato di questo intraducibile vocabolo tedesco.
Heimat non ha un corrispettivo nella lingua italiana e viene spesso tradotto con la parola “casa” o con “patria” definendoli come “luogo natio” indicando il territorio di cui ci sentiamo fare parte e che riconosciamo come “luogo delle proprie radici” o dove si parla la “lingua degli affetti”.
Il concetto si è sviluppato nell’ottocento in un momento in cui la Germania viveva una fase storica molto importante con due evidenze da sottolineare: la crescente industrializzazione che portava la popolazione a concentrarsi in centri urbani sempre più grandi e l’unificazione territoriale che stava facendo cambiare completamente la geopolitica del territorio con la scomparsa dei tanti piccoli stati in un grande Stato tedesco.
Il desiderio legato alla parola Heimat è qualcosa che comprende un bisogno di “ritorno alle origini”, ad un mondo migliore e a misura d’uomo, una sorta di reazione all’alienazione causata dal lavoro in fabbrica e alla vita urbana, alla perdita di identità rispetto alle comunità di origine.
Il concetto è indubbiamente carico di emotività, perché oltre al luogo della propria infanzia, delle proprie origini, di una sicurezza e felicità legate alla famiglia e all’identificazione come nucleo, si lega indissolubilmente alla sensazione di perdita di questi punti di riferimento.
Con la consapevolezza di questo senso di appartenenza il concetto trova una nuova casa in tutti coloro che hanno perso le proprie radici e si allarga ad un significato che parte dal dimensione personale/soggettiva e si amplia fino a quello di un’intera popolazione.
Il concetto di emigrazione in tal senso risulta strettamente legato all’Heimat, poiché chi emigra cerca di trovare un nuova casa dove ricostruire il senso di radici e di comunità perduto.
Tornando alla comunità di origine Heimat è il luogo dove sono sepolti i propri padri, dove si è nati o cresciuti, dove si è costruita la propria vita, si è allestita la propria casa. Quel luogo è tanto più difficile da abbandonare, quanto più non si possiede altro se non questo senso si appartenenza che equivale al significato di “terra-casa”.
Il concetto di Heimat è stato evidenziato molto bene nella cultura tedesca con la serie cinematografica dell’Heimat creata a partire dal 1984 dal regista tedesco Edgar Reitz. Si tratta di una epopea che illustra il concetto su più livelli, mettendo in evidenza il senso di appartenenza alla provincia tedesca e il conflitto esistente tra la vita delle città e quella della campagna.
In musica il concetto di Heimat è stato sviluppato dalla band islandese dei Sigur Rós con un dvd e un docufilm del 2006 dal titolo “Heima” (a casa). In questo viaggio-tour la musica rappresenta il canto dedicato alla propria terra, in cui si tocca l’anima del luogo, un atto d’amore alle proprie radici.
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