“Un bel paesaggio, una volta, distrutto non torna più.” (Andrea Zanzotto)
“Darei tutti i paesaggi del mondo per quello della mia infanzia.” (E.M. Cioran)
Accadde 9 anni fa. Nonostante le grandi polemiche sulla sua costruzione e il rischio fare accadere quello che poi è inevitabilmente successo, il 24 agosto 2013, avvenne l’inaugurazione del ponte Waldschlösschen.
Ci troviamo a Dresda, nella parte orientale della Germania (ex DDR), in una città simbolo per la rinascita tedesca dopo i bombardamenti che, nella seconda guerra mondiale, l’avevano completamente distrutta.
Sviluppo, crescita demografica ed economica, industrie nelle immediate vicinanze della città, traffico pesante che congestione il traffico stradale cittadino e limitrofo.
L’amministrazione comunale autorizza in tal senso, ad inizio 2000, la costruzione di un nuovo ponte sull’Elba, il fiume che attraversa mezza Germania ed arriva fino ad Amburgo, sfociando nel mar del Nord.
Questo ponte dovrebbe decongestionare il traffico presente e alleggerire i tre collegamenti storici che congiungono la parte vecchia di Dresda, ricostruita dopo i bomradamenti, a quella nuova, vale a dire Marienbrücke, dell’Augustusbrücke e del Carolabrücke.
Nel 2000 tutto questo è solo un progetto e si fa in tempo ad inserire nel 2004 Dresda nella lista del patrimonio mondiale Unesco.
Lo sviluppo della città continuo e la costruzione del ponte sembra inevitabile, avallata anche da un referendum positivo tra i cittadini di Dresda.
Nel 2006, dopo sol due anni dall’iscrizione all’Unesco, i sito di Dresda e della valle dell’Elba viene spostato nella lista dei siti in pericolo a causa del previsto ponte di Waldschlösschen.
In effetti la relazione del 2004 proponeva il paesaggio culturale della valle dell’Elba a Dresda, di età compresa tra il 18° e 19° secolo, e che si estende per circa 18 km lungo il fiume che va dal palazzo Übigau e i campi di Ostragehege, nel nord-ovest, verso il Palazzo di Pillnitz e l’isola del fiume Elba nel sud-est. Il sito consta di zone pianeggianti e verdi prati, ed è coronato dal Palazzo di Pillnitz, nonché da numerosi monumenti e parchi di età compresa tra il 16 ° al 20 ° secolo, all’interno della stessa città di Dresda.
La costruzione del ponte avrebbe deturpato inevitabilmente il paesaggio, o almeno un parte dei 18 km si cui si parla nella proposta di iscrizione ai siti Unesco.
Nel 2009 si rende inevitabile per l’Unesco prendere una decisione dolorosa di cui riportiamo il testo:
“Il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO World Heritage List ha preso una dolorosissima decisione: quella di rimuovere la città tedesca di Dresda, ed in particolare i paesaggi della valle dell’Elba, a causa della costruzione di un ponte a quattro corsie. La contestata scelta di costruire un’opera moderna nel cuore del paesaggio culturale, ha fatto sì che la proprietà non mantenesse il suo “valore universale eccezionale” come era stato scritto nella motivazione originale. Dresda era stata iscritta come paesaggio culturale nel 2004.”
La commissione Unesco ha comunque ricordato che la Germania potrà presentare una nuova domanda, sempre per Dresda, nel futuro, valutando diversi criteri e diversi limiti geografici rispetto alla prima richiesta.
Fortunatamente il nuovo ponte è abbastanza distante dal vecchio centro storico da non deturparne la bellezza. Come descritto dall’Unesco sarà solo da modificare e ridurre i 18 km lungo il fiume previsti dalla prima candidatura.
La città di Dresda splende nella sua rinascita e i suoi cittadini, presenti nel cuore pulsante della propria città che ha ritrovato la bellezza delle sue radici, la vivono nel quotidiano con orgoglio.
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