“Era nativo di Rokovoko, un’isola lontanissima a sud-ovest. Non è segnata in nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai” (Herman Melville, Moby Dick)
Per la rubrica sulle “Isole di Latitudini” andiamo a conoscere uno strano fenomeno naturale: l’isola effimera. Abbiamo sentito raccontare storie di scogli apparsi all’improvviso davanti ai naviganti in notti tempestose, oppure di sirene che con il proprio canto hanno ammaliato marinai portandoli a perdersi in mezzo ai mari e mandando alla deriva le loro imbarcazioni.
Bene, la maggior parte delle storie ha un fondo di verità e lo dimostra la scoperta delle isole effimere. In particolare “Home Reef” è un’isola prodotta da un vulcano sottomarino, la cui sommità è emersa ripetutamente dalla superficie del mare in seguito all’attività eruttiva.
Le isole effimere hanno per definizione una durata limitata nel tempo, in quanto vengono erose in tempi brevi dal moto ondoso e dall’azione dei venti (vedi articolo sull’Isola di Sursted in Islanda).
Il vulcano è situato nell’Oceano Pacifico, a sud dell’isola Late e a sudest di Vava’u, lungo l’arco vulcanico di Tofua nell’arcipelago delle isole Tonga.
La particolarità di Home Reef è la sua riemersione temporanea dalla superficie del mare nel corso di quattro eruzioni negli ultimi 150 anni, nel 1852, 1857, 1984 e 2006.
Molto interessante è quindi l’osservazione dell’isola iniziata l’8 agosto 2006.
Home Reef 2006 fonte wikipedia
L’eruzione è iniziata con grandi quantità di pietra pomice galleggiante sulle acque dell’arcipelago delle Tonga, con la pomice che si è spinta fino alle isole Figi, situate circa 350 km a ovest dell’isolotto neo formato.
Due mesi dopo, nell’ottobre 2006, le dimensioni dell’isola che sporgeva dall’acqua erano già di 1,5×0,5 km, paragonabili a quelle raggiunte nel 1984.
Nell’agosto del 2006 l’isola fu avvistata dall’equipaggio di un’imbarcazione che registrò la sua comparsa e ad oggi si trova 10 metri sotto il livello del mare, anche se continua la scia di acqua calda e detriti che si spargono per 15 km verso le altre isole delle Tonga.
Esempi di isole effimere le troviamo in tutto il mondo e derivano da vulcani sottomarini, la cui sommità emerge con l’inizio di un’eruzione.
Di vulcani sottomarini ne esistono anche in Italia, come ad esempio il Vulcano Marsili in mezzo al mar Tirreno, con i suoi 3 mila metri di prominenza e che rimane comunque circa 700 metri sotto il livello del mare.
Un caso particolare di isola effimera lo abbiamo avuto anche in Italia con l’isola Ferdinandea.
L’isola Ferdinandea, così chiamata in onore del Re delle Due Sicilie Ferdinando di Borbone, emersa nel 1831 e scomparsa dopo pochi mesi, è oggi una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri sotto la superficie del mare, nel canale di Sicilia, tra Sciacca e l’isola di Pantelleria.
Essa costituisce i resti di un apparato vulcanico che emerse, come già descritto, nel 1831, a seguito dell’eruzione sottomarina di un vulcano e che si innalzò dall’acqua formando l’isola.
L’Isola Ferdinandea crebbe fino ad una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza, ma essendo composta prevalentemente materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile dall’azione delle onde e non ebbe lunga vita.
A conclusione dell’episodio eruttivo si verificò un rapido smantellamento erosivo dell’isola che scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832.
In questo caso non possiamo in specifico parlare di isola effimera ma nulla ci vieta di supporre che in futuro possa riprendere l’attività vulcanica, facendo dell’Isola Ferdinandea la prima “isola effimera” d’Italia.
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