Un nuovo luogo per la rubrica l’Italia immaginata alla radio e i viaggi sui tratti autostradali d’Italia.
Andiamo a conoscere Affi, uscita sulla A22 sull’asse autostradale che porta al Brennero.
Considerato la porta di accesso al lago per i turisti del Nord Europa, Affi dista circa 30 chilometri a nord-ovest dal capoluogo di provincia Verona.
Il paese è situato a 191 metri sul livello del mare e sorge ai piedi del Monte Moscal che, con i suoi 427 metri di altitudine domina la parte sud del Lago di Garda ed è il massiccio che si pone in contrapposizione al Monte Baldo.
Lambito dal torrente Tasso, un affluente di destra del fiume Adige, da qui si accede alla parte centrale del lago di Garda.
Una volta era stazione della dismessa linea ferroviaria Verona-Caprino e ora è uscita del casello dell’Autostrada A22 Modena- Brennero e grazie a questo permette l’accesso al lago di Garda, inserendosi direttamente a Garda, riferimento molto importante soprattutto per i turisti tedeschi e del nord Europa.
Il nome deriva dal longobardo o dal germanico Affa forse indicante la costituzione di una arimannia.
I Longobardi chiamavano arimanni i guerrieri accantonati in stabili guarnigioni, in certi punti particolarmente importanti, e direttamente dipendenti dal re.
I primi documenti che citano il paese sono del IX secolo. In quel periodo venne costruita una torre in pietra da difesa durante le invasioni degli Ungari.
Nell’XI-XII secolo la zona divenne feudo dell’abbazia di San Zeno di Verona con il nome di Castelnuovo dell’Abate, così chiamato per un castello appena costruito nei pressi di Incaffi. In quel periodo fu costruita una pieve. Nel 1260 il Comune si diede uno Statuto rurale, il cui documento, composto di 92 articoli che regolamentavano la vita di quel periodo, è giunto integralmente fino a noi. Sul luogo dell’antica chiesetta dell’XI secolo fu costruita nel 1761 l’attuale chiesa parrocchiale su disegno dell’architetto Lodovito Perini.
Il nucleo antico del borgo è caratterizzato dalla presenza di piccole case costruite con i seregni, dei ciottoli arrotondati col passar del tempo dal ghiacciaio dell’Adige.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nell’ambito della guerra fredda, si decise di scavare una “cittadella sotterranea” nel monte Moscal, la West Star.
West Star (“Stella d’Occidente”) era il nome in codice militare della NATO del bunker segreto del Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa situato ad Affi in provincia di Verona.
Tale nome fu scelto perché concepita in piena guerra fredda, per contrapporla al concetto di Stella rossa.
Scavato nella roccia del monte Moscal, il bunker fu progettato nel 1958 e finito di costruire nel 1966. Nel luglio di quell’anno vi fu l’inaugurazione operativa della base e l’arrivo dei militari. Fungeva da posto comando con centro trasmissioni strategico e controllo per l’organizzazione e la direzione delle esercitazioni NATO nello scacchiere nord orientale italiano.
Fino al 1999 il sito rimase sotto la responsabilità del Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa di Verona e l’ultima esercitazione che avvenne in questa base fu quella del novembre 2004.
A causa delle mutate esigenze operative è stato dismesso dalla NATO nel corso del 2007.
Persa la sua valenza strategico-militare, nel febbraio 2010 la giunta della Regione Veneto ha stanziato 300 000 euro, per “la valorizzazione turistica culturale del rifugio anti-atomico denominato West Star di Affi.
Nel marzo 2018 la proprietà demaniale è passata al comune di Affi, che intende farne un museo sulla Guerra Fredda.
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