“A Sasso Marconi incontrammo una ragazza
Che viveva sdraiata sull’orlo di una piazza
Noi le dicemmo “Vieni, dolce sarà la strada”
Lei sfogliò il fiore e poi ci disse “No”
A Roncobilaccio ci viene incontro un vecchio
Lo sguardo profondo e un fazzoletto al collo
Ci disse “Ragazzi in campana, qui non vi lasceranno andare
Hanno chiamato la polizia a cavallo”
(Antonello Venditti, “Bomba o non bomba”)
Per la rubrica “L’Italia immaginata alla radio” stavolta partiamo da un brano molto conosciuto ai meno giovani.
“Ma bomba o non bomba noi arriveremo a Roma” cantava Antonello Venditti. E cantando i protagonisti percorrono l’Italia fino alla capitale, transitando da molti luoghi narrati. Tra questi, andando verso l’Appenino tosco-emiliano, vengono toccati e superati due luoghi rimasti nell’immaginario collettivo non solo per questo pezzo del 1982 inserito nell’album “Nata sotto il segno dei pesci”.
Se la parte poetica l’abbiamo scelta per questo incipit, dobbiamo però ricordare che il tratto autostradale tra Sasso Marconi e Roncobilaccio è conosciuto negli anni per essere uno dei luoghi più trafficati dell’autostrada del sole.
Credo che questi due nomi possano a buon diritto entrare nel novero dei luoghi immaginati nel percorso che ci accompagna al conoscere il Bel Paese nelle dirette radiofoniche di Isoradio.
Andiamo quindi a conoscere Sasso Marconi e Roncobilaccio, per poi incamminarci in quota sulla meravigliosa “via degli Dei”.
Sasso Marconi è un comune italiano di circa 15 mila abitanti della città metropolitana di Bologna in Emilia-Romagna, il cui territorio occupa la prima zona collinare dell’Appennino bolognese.
Al Sâs in dialetto bolognese, si estende tra la valle del fiume Reno, quella del Setta e quella del Lavino.
Il toponimo ha subito evoluzioni tra la prima e la seconda guerra mondiale: da Praduro e Sasso a Sasso Bolognese nel 1935, infine Sasso Marconi nel 1938 in onore del premio Nobel Guglielmo Marconi.
Si trova a circa 17 km a sud della città di Bologna sulla via ferroviaria Porrettana che collega Bologna a Pistoia, è stato uno dei comuni membri della Comunità montana delle cinque valli bolognesi e oggi fa parte dell’Unione dei comuni Valli del Reno, Lavino e Samoggia.
Il paese prende il nome dal Sasso della Glosina, una rupe che domina la confluenza dei fiumi Setta e Reno, e come già detto, dal cambio di denominazione del 1938, da Guglielmo Marconi, il noto scienziato premio Nobel.
Abitato già in epoca etrusca, come evidenziano varie tombe i cui corredi sono ora in mostra nel vicino museo di Marzabotto, del periodo romano rimane l’imponente opera dell’acquedotto che convogliava le acque fino a Bologna, in parte ancora funzionante.
Molto interessante da vedere è Villa Griffone in località Pontecchio dove si trovano il Mausoleo ed il Museo di Guglielmo Marconi.
Per chi ama la natura, la sentieristica, il trekking e la mountain bike in mezzo alla natura in zona il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa è il posto ideale per fare escursioni sui sentieri e per poter ammirare lo strano paesaggio creato dagli affioramenti di gesso, gli altopiani, i calanchi, le rupi e le valli, oltre alle moltissime grotte, alcune delle quali visitabili.
Altra escursione interessante è quella sul Monte Adone nella Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico: qui è possibile individuare moltissimi fossili, dato che questa zona era in realtà un fondale marino.
Ci spostiamo di circa 50 chilometri verso sud fino ad arrivare a Roncobilaccio.
Roncobilaccio è una frazione del comune di Castiglione dei Pepoli e si trova sull’Appennino tosco-emiliano e sempre in provincia di Bologna, in prossimità del confine con la Toscana a cui si arriva tramite il passo della Futa.
Per capire le origini di questo luogo è importante, come spesso accade, partire dal nome.
La prima parte “Ronco” deriva dal latina “runcare” e sta a significare “luogo disboscato” e quindi terreno coltivato o da pascolo. “Bilaccio” deriva probabilmente da villaggio inteso come piccolo agglomerato di case. Roncobilaccio nasce quindi come piccolo villaggio, avamposto per il pascolo del bestiame o per l’agricoltura e il sostentamento degli abitanti.
La nascita del borgo viene indicata tra XI e il XII secolo e per molti secoli le attestazioni su Roncobilaccio sono state scarse di documentazione ma la zona era sicuramente conosciuta per essere un punto di passaggio importante tra Toscana e Emilia.
Anche in questo caso la fanno da padrone i numerosi percorsi naturalistici che partono dal Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio. Percorsi immersi nel verde vicina a quella che è chiamata la “Strada degli Dei”, l’antica “Flaminia Minor” romana.
Oggi la “via degli Dei” è uno dei percorsi escursionistici più interessanti d’Italia e collega proprio Bologna e Firenze passando per gli appennini.
Il nome deriva probabilmente dai toponimi di alcuni monti attraversati, fra cui Monte Venere, Monte Adone a Monzuno e Monte Luario a Firenzuola (con riferimento alla dea Lua, invocata dai Romani in guerra), nei pressi del passo della Futa.
Il percorso, ricostruito a partire dagli anni ’90, attraversa numerosi luoghi di interesse naturalistico e paesaggistico a quote intorno ai 1000 metri di altitudine e in alcuni punti i sentieri passano proprio sulle antiche pavimentazioni stradali ancora superstiti dopo 2000 anni di storia.
Sasso Marconi e Roncobilaccio, un percorso a valle in autostrada e uno in quota attraverso la via degli Dei, due modi differenti, uno veloce e l’altro lento, di visitare il nostro Bel Paese.
Per avere più informazioni clicca sul link “la via degli Dei”
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