“Di cosa è fatta una città? Di tutto ciò che vi viene detto, sognato, distrutto, vissuto. Di ciò che è stato costruito, di ciò che è scomparso, di ciò che è stato sognato e non si è mai realizzato. Di quel che è vivo e di quel che è morto. Delle case di legno demolite o incendiate, dei palazzi che avrebbero potuto esserci, del ponte sullo IJ che è stato sì progettato ma mai costruito. Delle case che ancora oggi ci sono, in cui intere generazioni hanno lasciato i loro ricordi. Ma c’è molto di più di questo. Una città è tutte le parole che vi sono state dette, un incessante, interminabile mormorare, sussurrare, cantare e urlare che è riecheggiato attraverso i secoli per poi disperdersi.”
(Cees Nooteboom su Amsterdam)
Abbandonata la parte storica, lontano dalle vecchie lanterne della Amsterdam a luci rosse, dai fumosi Bruin Café e dai coffee shop pieni di ragazzini, c’è una nuova città che non t’aspetti.
A nord della stazione centrale di Amsterdam Centraal, in quei luoghi in cui puoi arrivare solamente con il continuo andirivieni dei due traghetti che fanno da spola tra le sponde del lago IJ, spesso considerato erroneamente un fiume o un canale e noto per essere il lungomare della città.
Qui c’è una città nuova, in continua evoluzione e costruzione, conosciuta forse più per le strutture del Centro Tecnologico Shell, istituto di ricerca chimica tra i più importanti al mondo, e per l’EYE film Istitut, il museo del film che funziona anche da cinema multisala in una location a vetri dal sapore avveniristico.
Andando oltre al rooftop dell’A’DAM Lookout, più in là della magnifica struttura della Amsterdam University of the Arts, che, con i suoi mattoncini rossi, ricorda la scuola di “Fame” a Broadway, si comincia ad entrare nella vera zona “Noord”. Un quartiere fatto di nuove costruzioni, con una parte residenziale dedicata alla buona borghesia che oltre alla qualità della vita, già presente in Olanda, chiede oggi appartamenti “vista mare” che ancora pochi possono permettersi.
Passando sul lungo lago continua la nuova Amsterdam Noord, dopo le nuove abitazioni, oltre il Centro Shell, dove curiosamente possiamo osservare come i detriti di riporto della lavorazione utilizzati sono proprio “conchiglie”, a ricordarci la vera natura di questo territorio strappato al mare. Detriti di vita.
In questo percorso una città nuova che vuole emergere, che vuole esistere ma che in parte continua a nascondersi. Forse vuole farsi conoscere da pochi e scegliere lei stessa chi fare entrare.
Ci siamo resi conto, passeggiando in luoghi quasi alieni, in giorni festivi in cui i cantieri sono chiusi e in cui nessuno si trova su queste strade normalmente solcate da biciclette in corsa perpetua, di alcuni simboli scritti col gesso sull’asfalto drenante o sui marciapiedi. Un modo singolare per segnalare un percorso e per fare poi sparire le tracce. Una freccia e una sigla: NXT Museum. Nient’altro.
Quasi un segnale per le comunità carbonare olandese ed europea. Ci ha ricordato in parte i piccoli segnali lasciati in molte parti di Berlino per raggiungere il Berghain. Ebbene seguendo queste indicazioni, che lasciavano presupporre un ingresso con parola d’ordine o codice segreto, abbiamo scoperto questo Museo della New Media Art.
NXT Museum è nato a fine Agosto 2020 in un ex studio di produzione ed è il primo museo olandese interamente dedicato alla New Media Art. Oltre duemila metri quadri a disposizione per un’avventura nell’ignoto e dentro sé stessi. Il progetto principale riguarda le arti tecnologiche e il fulcro è incentrato sulla sperimentazione legata a performance dal vivo, installazioni che privilegiano l’aspetto sensoriale e il sentirsi all’interno dell’opera stessa. Una dimensione nuova in cui il visitatore è parte integrante e a volte crea esso stesso arte con la sua presenza. Luci, ombre, specchi, creazione di spazi sonori e visivi che generano spaesamento, straniamento da realtà note. Luoghi onirici si creano grazie alla presenza umana e visioni dello spazio legate ad emozioni, l’esterno e l’interno che si toccano. Tutto questo al NXT Museum che, per non spoilerare troppo, vale sicuramente una visita diretta.
Dimenticavo, ricordatevi di seguire le indicazioni e fate attenzione a non perdervi, sempre che la pioggia non le abbia già cancellate.
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