“Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati” (Gore Vidal)
“In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare” (Andrej Tarkowsky)
Irrequietudine, stato di agitazione, continuo movimento interiore.
Se prima di fare un viaggio avete i sintomi sopra enunciati allora state sperimentando il “resfeber”.
Per la rubrica “le parole di Latitudini” eccoci alla scoperta di un’altra delle nuove parole di quello che possiamo chiamare il “dizionario del viaggiatore moderno”.
Viaggiare fa scaturire emozioni, questo si sa bene, ma l’attesa del viaggio è anch’essa una grande emozione.
Resferber è la parola di origine svedese che racconta questa emozione, che raccoglie tutte le sensazioni emotive provate nel momento che precede la partenza per un viaggio.
Presa quindi in prestito dalla Svezia ma adattata in altre lingue e soprattutto in inglese, questa parola non trova riferimenti corretti in italiano.
Possiamo parlare di batticuore, di adrenalina, di ansia anticipatoria legata alle emozioni che si proveranno durante il viaggio.
Per alcune persone questo sentire è così forte da somatizzarlo in un malessere fisico. Quelli che si sentono male prima di partire per l’eccitazione del viaggio, chi non ne conosce almeno uno.
Può essere classificato come l’opposto della saudade brasiliana, che viene provata per luoghi familiari, conosciuti e già visitati.
Per il resfeber parliamo di emozioni legate a posti sconosciuti e mai visitati.
Questa emozione è molto complicata da spiegare, perché non viene provata verso un luogo in particolare, per una città, per un paesaggio o un tramonto.
Questa emozioni risiede in colei e colui che la esprime, una sorta di innamoramento per le nuove scoperte o per il viaggio in sé.
La parola “resfeber” può essere compresa come una sorta di derivazione della wanderlust per la quale oggi molte persone sentono il desiderio continuo di viaggiare per il mondo.
Un impulso forte e innato, che comporta il “dover partire” come nuova ragione di vita.
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