“Se ti dico che la città a cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla.” Italo Calvino
Forse sarà capitato anche a voi. Iniziano le vacanze estive, nel pieno della stagione turistica, partenza più o meno intelligente, pronti e via. Prendi il primo raccordo, ma come sai il blocco autostradale è sempre dietro l’angolo: partenze e rientri, un possibile incidente che potrebbe causare lunghe code, un animale in autostrada, il classico tizio che entra contro mano e percorre per chilometri in senso opposto la carreggiata.
Sarà meglio accendere la radio e controllare cosa dice Rai Isoradio, il canale radiofonico attivo 24 ore su 24 e che informa gli ascoltatori. Considerato da tutti la Bibbia dell’infomobilità in Italia.
Ebbene nell’ascolto della diretta sulle informazioni autostradali, nell’attesa e nella speranza che non ci siano segnalazioni sul proprio tratto, vengono sciorinati i nomi dei più disparati tratti autostradali d’Italia, la maggior parte molto noti, altri un po’ meno.
È in questo modo che col tempo, con la litania monocorde che ha fatto diventare la voce dello speaker quasi un sottofondo musicale, mi sono rimasti in mente alcuni tratti diventati “famosi”.
Tratti più o meno conosciuti, almeno per sentito dire, per chiunque si metta ad ascoltare quotidianamente il traffico autostradale.
Così, nella ripetizione di problematiche legate alla viabilità, il subconscio viene sollecitato, l’immaginazione solleticata e la curiosità risvegliata per conoscere luoghi nuovi, paesini inesplorati di cui forse non avresti mai saputo l’esistenza se le info sul traffico non li avesse fatti entrare nella tua testa con un messaggio quasi ipnotico.
Il principe di questi che posso ormai chiamare “luoghi comuni” è diventato nella mia testa “Vento forte tra Candela e Canosa”. Un mantra che sento regolarmente sui 103.3 delle frequenze medie da molti anni, presumo da quanto Isoradio è nata nel 1989.
A forza di sentire nominare questi luoghi, durante i lunghi tratti autostradali percorsi, mi sono sempre più immaginato le situazioni meteo avverse, fantasticando sul traffico e sui mezzi tendonati bloccati nelle aree di sosta della A16 a causa del vento. La domanda ricorrente era la seguente: “visto che quotidianamente sento parlare del forte vento in questo tratto, per quale arcano motivo un mezzo tendonato dovrebbe intraprendere questa autostrada?”
Non ho potuto così resistere alla ricerca sui luoghi, paesi e piccoli borghi, domandandomi dove si trovano sulla carta geografica del Bel Paese.
Partiamo in questo modo a conoscere Candela, comune italiano di circa 2.700 abitanti che si trova all’estremo sud della provincia di Foggia in Puglia.
Candela è un piccolo borgo di origine medievale situato su un’altura, più precisamente lungo l’Appennino Dauno meridionale e vanta un panorama mozzafiato fatto di distese collinari, valli e fitti boschi.
Il viaggiatore oltre a perdersi tra i vicoletti caratteristici può ammirare diverse strutture religiose e monumenti.
Il suo centro abitato sorge su due colline dette di San Rocco e di San Tommaso, parte del settore meridionale dei monti Dauni. Nel territorio comunale, compreso fra i fiumi Carapelle e Ofanto, termina il suo percorso il tratturo Pescasseroli-Candela, l’antica via erbosa della transumanza lunga 211 km.
All’interno del centro storico è presente la chiesa di San Tommaso apostolo, databile al primo millennio dopo cristo e in questo borgo viene parlato il “candelese”, una varietà del dialetto dauno-irpino.
I monti della Daunia fanno da palcoscenico naturale in cui i viaggiatori si possono immergere. Un paesaggio verde definito “subappenino dauno” per essere una sorta di continuazione orientale dell’Appennino campano, dal quale è possibile dominare con la vista il Tavoliere delle Puglie.
Molto interessante il festival dei fiori che si tiene ogni anno a maggio. Un evento unico che raccoglie gli abitanti del luogo ma anche numerosi turisti provenienti da altre regioni vicine.
Il Comune di Candela nel 2018 ha provato a combattere l’abbandono del centro storico, offrendo per trasferirsi a Candela ben duemila euro a famiglia.
Nel 2021 ha alzato l’asticella con il progetto “Recuperiamo il centro storico”, il progetto per le case a 1 euro per combattere lo spopolamento del paese, e l’abbandono di immobili che causano problemi di sicurezza e di degrado nel piccolo borgo italiano.
Nel tratto autostradale prima e dopo Candela, sulla A16, possiamo osservare come le pale eoliche siano all’ordine del giorno. Lo sfruttamento dell’energia legata al vento ha fatto diventare i Monti Dauni un parco eolico che al momento viene valutato con tutti i suoi pro e contro, in termini di impatto, dalle comunità locali.
Noi continuiamo il nostro percorso immaginifico arriviamo alla fine del tratto ventoso per raggiungere Canosa di Puglia.
Canosa, Canáusë in dialetto locale, è un Comune di circa 28 mila abitanti della provincia di BAT (Barletta-Andria-Trani). Si trova sul margine nord-occidentale dell’altopiano delle Murge da cui domina la valle del fiume Ofanto e l’estesa pianura del Tavoliere delle Puglie, spaziando dal monte Vulture al Gargano, alla costa adriatica.
Canosa è considerata uno dei principali centri archeologici della Puglia e rappresenta uno dei casi più significativi di città a lunghissima continuità di insediamento.
Venti chilometri dal mare, Canosa sorge su un territorio che possiamo definire l’anticamera dell’altopiano delle Murge. Edificata sul tipico tufo di colore bianco-giallastro e fondata, secondo la leggenda, dall’eroe omerico Diomede decantato nell’Iliade.
Nel corso dei secoli, Canosa diviene un importante centro commerciale e artigianale, specie di ceramiche e terrecotte e con lo sviluppo della Magna Grecia, il centro è influenzato dalla cultura ellenica.
Da ricordare anche che veniva definita “la piccola Roma”, poiché anch’essa sorge su sette colli e nel primo millennio dopo Cristo, diventata sede di una tra le più importanti diocesi di Puglia, ricevette l’appellativo “città dei vescovi”.
Dopo l’età imperiale cominciò il suo declino accentuato dei molteplici terremoti, ben cinque tra il 1300 e il 1700, con gli ultimi più recenti effetti legati al terremoto del 1930 e quello dell’Irpinia del 1980.
Oggi Canosa è un’importante meta per il turismo archeologico con affascinanti itinerari alla scoperta del sottosuolo della città e dei tesori che nascondeva: gli ipogei e i corredi funerari. Gli ipogei erano le dimore ultraterrene dei cosiddetti “principi dauni”, tombe interamente scavate nel tufo e risalenti al IV-III sec. a.c.
Canosa, nel corso dei secoli, è cresciuta secondo lo standard delle città-fortezza, nata nei pressi di un fiume e su un territorio prettamente collinare (i sette colli della “la piccola Roma”).
Dalle porte della Daunia un tragitto verso il mare, da un piccolo borgo da scoprire e valorizzare ad uno da esplorare in tutte le sue evoluzioni storiche: Candela e Canosa, arte, cultura e tradizioni che il forte vento non è riuscito a spazzare via.
rispondi